Il rinnovato accordo tra il CNR e l’Institut Laue-Langevin (ILL) ha determinato una drastica riduzione del tempo macchina disponibile per esperimenti proposti da ricercatori italiani. Infatti, se con l’accordo precedente l’Italia partecipava a ILL con un impegno del 3.1%, ricevendo anche beamtime aggiuntivo per il merito scientifico dei gruppi italiani, l’attuale accordo prevede un contributo del 1.9%. Questo, insieme con una stretta applicazione del national balance, ovvero il bilanciamento degli esperimenti effettivamente svolti sulla base delle quote nazionali, ha portato a una drastica riduzione del tempo macchina allocato ai ricercatori italiani. Gli effetti di questa combinazione di fattori si sono già avvertiti in questi primi mesi del 2019, con proposal che, sebbene approvati dai panel di valutazione, non hanno ricevuto tempo macchina perchè la quota italiana risultava esaurita.
In questa situazione, che si può definire drammatica, è fondamentale un’accurata valutazione “storica” delle necessità e dell’uso del tempo macchina a ILL, fornendo così cifre accurate per le valutazioni più “politiche”. In particolare, durante il recente congresso della SISN e nella discussione con il Dr. Corrado Spinella, Direttore del Dipartimento Scienze Fisiche e Tecnologie della Materia del CNR, è emersa la necessità di un’analisi del tempo macchina assegnato all’Italia nel periodo 2014-2019 e della sua ripartizione tra CNR, Università, INFN e altri Enti di Ricerca.
Questa analisi è stata preparata da Ubaldo Bafile, Alessio De Francesco e Ferdinando Formisano, che hanno calcolato la quota italiana di ogni proposal accettato con lo stesso algoritmo che ILL adotta per il national balance. I risultati da loro ottenuti sono illustrati nel documento che segue e mostrano come i ricercatori italiani siano sostanzialmente tagliati fuori dalla possibilità concreta di lavorare in una facility importante come ILL.
Davanti all’agonia di un intera comunità scientifica, la SISN invita il Ministero e gli Enti di Ricerca coinvolti a riconsiderare la partecipazione italiana a ILL, ritornando al finanziamento storico. Solo questa soluzione, da estendere a tutte le attività neutroniche che coinvolgono l’Italia, può permettere la sopravvivenza della scienza con i neutroni italiana e la valorizzazione degli investimenti e degli sforzi fatti fino ad ora.
Download: Analisi dell’utilizzo di beam time presso l’ILL da parte dei ricercatori italiani